GHOST DOG-LA VIA DEL SAMURAI

di J. Jarmush
Sceneggiatura: J. Jarmush; fotografia: R. Muller; montaggio: J. Rabinowitz;
interpreti: Forest Whitaker, Isaach De Boukole’, John Tormey, Victor Argo;
produzione: R. Guay, J. Jarmush; distribuzione: Bim; USA 1999-colore-116min.

Gangster da “little america” con situazioni da B-movie, eventi paradossali sull’orlo della comicità, si alternano ad atmosfere dark con tanto di mistero e con immancabile femme fatale ( figlia del gangster), apparentemente un angelo fragile ed indifeso che emana però, un fascino che porta alla perdizione.
E’ un noir a tutto tondo, nero come il protagonista, l’efficace Forest Whitaker; nero per la cupa tensione, per quel misto di ansia e nevrotica violenza.
Ottimo il bilanciamento di musica (jazz e rap, la colonna sonora è curata da RZA, un esponente del genere) ed immagini: notturne, nella prima parte, si alternano a quelle diurne della seconda metà del film in cui, comunque, non manca l’acre sapore del crimine. E’ di giorno che il killer fantasma decide, secondo una regola del samurai, di affrontare il nemico faccia a faccia, di attaccare con grande energia ed irrompe nel palazzo del capofamiglia mafioso dove esplode la violenza.
Il flashback che ogni tanto spezza la temporalità degli eventi è esplicativo del percorso psicologico del killer, della sua solitudine e sofferenza interiore.

Ghost Dog è un eroe di frontiera in un ambiente metropolitano. Ambigua e distaccata figura, vive da solo in una baracca sulla terrazza di un palazzo : non si sa chi sia, non ha nome, i suoi amici sono i piccioni viaggiatori cui affida le sue parole. Legge, medita, prega davanti ad un altarino buddista e si allena secondo le regole di un’antica arte marziale : quella del samurai. La sua vita è improntata sul codice del samurai, cosciente delle verità superiori racchiuse in questa pratica zen. Allenamento costante, spirito disciplinato per avere una grande saldezza psicologica, perchè ogni attimo è prezioso.
Due codici a confronto: da una parte i canoni ed i valori di una società, quella dell’anziano gruppo dei bravi ragazzi, sempre più corrotta, dai labili confini della solidarietà e dell’amicizia e, dall’altra parte, l’antico compendio di regole semplici ed immediate del samurai applicabili a qualsiasi attività.
Il samurai è un professionista della guerra e nell’antica accezione, un guerriero è colui che si oppone al caos. Fedele servitore del suo padrone, ghost dog cercherà di rimettere a posto le cose, di recuperare un’ordine che purtroppo, non sempre è quello giusto.
C’è un ritmo in ogni cosa, come ricorda il capitoletto finale del vecchio codice: ogni inizio porta con sè qualcosa di terribile.

Irene Sollazzo

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