Dal tramonto all’alba
Uscendo dal cinema dove era proiettato l’ultimo film di Rodriguez (esploso con “El Mariachi”) scritto da Q.Tarantino ed interpretato da lui stesso insieme a J. Lewis, H.Keitel, e il grande medico di E.R. George Clooney, sentivo intorno a me commmenti del tipo:”Che schifo!, ma che cosa ha combinato Tarantino?”. Cominciamo col ricordare che il regista è R.Rodriguez, cosa che rimarrà in secondo piano, e che non possiamo prendere sul serio un tuffo nel mare sconfinato del trash cinematografico di tutti i tempi e di tutti i generi: chi non ha capito l’ironia del discorso sul Vietnam fatto durante uno dei pezzi visionari e folli del film? Il parallelo con la scena di Pulp Fiction quando C.Walken regala l’orologio al figlio del suo vecchio compagno di battaglie della “sporca guerra” mi è sembrato evidente. Una scorribanda sulla strada che finisce nelle viscere dell’inferno è tra le cose più kitsch che si possano immaginare. Molte scene sono figlie della cultura cinematografico/televisiva di Tarantino che, grazie alla regia in perfetta sintonia del regista ispanico , cerca la complicità dello spettatore con la sua voglia di fare cinema nel senso più plateale, vistoso, volgare, sconclusionato che si possa trovare nella grande distribuzione americana. Non cercateci un thriller, un giallo, un horror: pensate a divertirvi, svaccatevi nella poltrona, rumoreggiate col vicino, mangiatevi dei pop corn. E’ un’enorme americanata, è vero, la più finta, la più grande.