CUBA LIBRE -Velocipedi ai tropici

Leggero e delicato. Uno di quei film, insomma, da prescrivere a chi vuol farsi passare il mal di testa: si sorride, ma non si ride, si provano sentimenti di rispetto e pena, ma non si piange, si viaggia con la mente, ma non si sogna e le tante piccole vicende, dai velati e volutamente non sottointesi accenni alla politica, non hanno trame ordite. Tra l’altro, in più di una scena, ti aspetti che debba accadere chissà che cosa, ma così non è. Dunque non è banale. Piuttosto innocuo, ma estremamente piacevole. Bella l’idea di non tradurre i dialoghi fra i “locali” ed inserire i sottotitoli in italiano. Bravi gli attori, soprattutto la Guzzanti, che incontra un Che Guevara formato bidello.

NICO FIORI

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