CREEPSHOW
Cinque episodi scritti per lo schermo da Stephen King e ispirati ai celebri fumetti dello zio Creepy (in Italia zio Tibia). Nel primo una diabolica vecchietta paga salato il prezzo di un parricidio rimasto impunito, nel secondo un povero contadino subisce i devastanti effetti delle radiazioni sprigionatesi da un meteorite, nel terzo un marito tradito uccide la moglie e il suo amante ma non la passa liscia, nel quarto si scatena una bestia antartica rimasta per troppi anni in letargo, nel quinto migliaia di ripugnanti blatte si scatenano contro un milionario maniaco dell’igiene.
Divertentissimo omaggio di Romero ai fumetti che amava leggere durante la sua infanzia, “Creepshow” si discosta dai suoi horror “politici” e si pone come unica ragion d’essere quella di procurare allo spettatore brividi genuini serviti con macabro e ghignante umorismo. I collaboratori sono i soliti: Gornick alla fotografia e Savini a curare i succulenti effetti di trucco, ma stavolta alla partita si unisce anche Stephen King nella doppia veste di scrittore e attore (interpreta, neanche male, l’episodio numero due).
Romero rispetta il mondo dei comics con una regia briosamente pop, inserendo spesso nelle inquadrature delle cornici disegnate tipiche dei fumetti. Nel primo episodio si riconosce un giovane Ed Harris, già con Romero per “Knightriders”, nel terzo convivono Ted Danson e, attenzione, Leslie Nielsen nei panni del cattivissimo e vendicativo marito cornuto. Divertimento assicurato.