SEVEN
Film del genere non si vedono spesso. Ho avuto l’impressione che per una volta il regista (Fincher, mi pare quello di alien3) abbia avuto carta bianca: il film si chiude ad anello e noi partecipiamo ad una tragedia urbana come del resto ci partecipano anche i “buoni” del film. Non c’e` scelta, non c’e` alternativa al vortice se non fuggire dalla “citta`” (molto bello il fatto che non si dica mai il nome), ma per andare dove, forse nella fattoria a cui fa riferimento M.Freeman? Il pessimismo cosmico di H.P. Lovecraft in questo film trova sfogo. Mi ripeto: Bellissimo.
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Una città americana media dove si vive con la continua e fastidiosa paura della violenza.
Il noir anni 50 era girato di norma nella notte, quì la sensazione di cupezza viene dalla pioggia che cade incessantemente.
Serial killer e “buoni” hanno la stessa sfiducia per il destino del mondo in cui vivono e paradossalmente il più grintoso è il cattivo che con le sue gesta crede di poter cambiare le sorti del pianeta, aiutato dall’ immancabile benedizione di Dio.