Blus Brothers 2000
Diciamo la verità. Abbiamo un pò paura, anzi, molta paura. Noi fanatici dei Blues Brothers, intendo. Noi che ci sforziamo di vedere Greenaway e di capirne il fascino, noi che elogiamo Kieslowski e che registriamo tutti i film di Fassbinder, ma che poi, inevitabilmente, sedendoci davanti alla televisione compiamo il piacevole e ormai quotidiano gesto di mettere nel videoregistratore quella cassetta – quella che inizia con la vista della prigione, noi che iniziamo a godere e che ce ne freghiamo della semiologia del cinema quando la musica inizia sul primo piano di Jake.
Già, Jake.
E’ ovvio che ci manca, Jake. La colonna portante della band. Il capo. Quello carismatico, la guida. Ci manca, e per questo abbiamo paura che questo Blues Brothers 2000 sia solo una bieca operazione commerciale dei suoi vecchi amici, ormai avidi di denaro e di potere, disposti a tutto pur di guadagnare un pò di soldi. Molto meglio ricordare il primo e unico film dei fratelli Blues, senza badare alle dure leggi del mercato.
Strano, però…anche ammesso che qualche vecchio amico sia disposto a tradire la memoria del Nostro in cambio del vile denaro, come spiegare il fatto che tutti – proprio tutti – i componenti della band hanno accettato di tornare sullo schermo nonostante la pancetta, la barba bianca e i capelli finiti chissà dove? A cosa attribuire il sì dei più grandi cantanti blues e soul viventi (non di qualcuno, di tutti i più grandi, ribadisco…)? Tutti avidi? Tutti disposti a tutto? Va bene, meglio non andare nemmeno al cinema.
Già…già…
Dan Aykroyd è dimagrito di venti chili. Incredibile. Voi lo fareste per il solo desiderio di denaro? E poi ha scritto lui la sceneggiatura, insieme a John Landis…curioso, se volessi guadagnare senza fatica non perderei venti chili e non mi metterei a scrivere io stesso – attore – la sceneggiatura del film… C’è persino Eric Clapton. Anche B. B. King ha accettato. Certo, manca Cab Calloway…chi potrebbe rifare Minnie The Moocher dopo che lui ha lasciato questa valle di lacrime? Ah, è una vergogna…che idea bizzarra rifare un capolavoro come quello. Inutile negare che John Goodman è il più intelligente attore comico (e non solo) degli ultimi tempi, ma certo questo non basta. Sebbene…magari, se una domenica non ho nulla da fare…forse una capatina…non mi aspetto nulla, ovvio…ma sapete com’è, tanto per passare il tempo…
Il dubbio atroce ha perseguitato e continua a perseguitare tutti quelli che hanno veramente amato The Blues Brothers. Chi non prova questo dolore, probabilmente, non prova nemmeno l’affetto del vero fanatico per questo film e per tutto quello che ha significato. Con queste poche righe ho cercato di sintetizzare in modo (spero) divertente quello che mi è successo – e che credo sia capitato a molti – quando mi sono accorto che Blues Brothers 2000 era uscito nelle sale. Non potevo credere che avessero davvero avuto il coraggio di fare una cosa simile, ma allo stesso tempo aspettavo inconsciamente questo momento da quando per la prima volta ebbi a che fare con i mitici fratelli Blues. E non dite che non è così anche per voi. Mi sono fatto coraggio e sono andato al cinema con la scusa di una recensione per Falso Movimento.
Ebbene, sono uscito soddisfatto. La memoria di John Belushi è stata rispettata, ma soprattutto è stata rispettata la mentalità che ha prodotto il primo glorioso Blues Brothers. Certo qualche volta è triste rivedere i vecchi protagonisti invecchiati, o addirittura mancanti perchè deceduti, ma Landis e Aykroyd, scegliendo di mescolare volutamente realtà e vicende filmiche (giocando sapientemente sul fatto che tutti gli spettatori erano a conoscenza degli avvenimenti)hanno portato il tutto nella dimensione che aveva naturalmente acquisito nel corso di quasi vent’anni: nella dimensione mitica. Questo mi basta per apprezzare il film e i suoi autori, anche se sarebbe stupido paragonarlo al suo ineguagliabile predecessore.
Mi fermo qui, anche se mi rendo conto che questa non è una vera recensione. Ma non può esserlo. Non vi è mai capitato di leggere qualche recensione de I Blues Brothers? Io le ho sempre trovate superficiali. Ci sono film che bisogna godersi, e di cui non c’è alcun bisogno di parlare…