Basquiat
Scritto e diretto dall’esordiente Julian Schnabel, pittore e scultore di Brooklyn, nonchè amico e collaboratore di Jean-Michel Basquiat, pittore di origine haitiana che, appena ventenne passa dai graffiti ribelli dei muri del ghetto alle prestigiose gallerie newyorkesi, con epilogo tragico.
Regia ingenua e, nonostante l’apparenza, assai poco creativa.
I clichè si sprecano (amore a prima vista, il genio sregolato, la droga che veicola l’intuizione artisitca, i ricchi sperperoni, gli straccioni saggi, etc…) e si potevano meglio trattare (senza rinunciare al dovere di cronaca).
Il film trasuda di autocompiacimento per certi ‘artisti’ e per un modo di ‘produrre’ l’arte che fa rabbrividire: se l’intento era critico (ma non lo credo), l’operazione non è riuscita!
Unico riscatto, le immagini, accurate e personali.
Notevole anche l’interpretazione dell’esordiente Jeffrey Wright (che interpreta Basquiat) e di Claire Forlani (nella parte di Gina) che buca letteralmente lo schermo grazie ad uno charme che certo proviene da forze soprannaturali dell’inconscio maschile!
Un lungo elenco di attori tanto bravi, quanto di richiamo, suggeriscono l’intento commerciale della produzione, pur regalando una certa godibilità alla visione (Gary Oldman, Dennis Hopper, Christopher Walken, Willem Dafoe, etc …). Così le musiche (John Cale, Tom Waits, etc…) a tratti interessanti, a tratti noiose.
Nonostante tutto lo consiglio, perchè ci sono dentro cose svariate che provocano interessi inaspettati.
Max Betti