Armageddon

Un film di Michael Bay

Con Ben Affleck, Bruce Willis, Liv Tyler, Steve Buscemi

Se non ci fosse stato Titanic sarebbe stato un film evento: catastrofi spaziali, il mondo da salvare, un cast d’eccezione, insomma, tutti gli ingredienti classici per creare una coda chilometrica davanti ai cinema. Invece, a quanto pare, il pubblico subisce ancora il devastante (cinematograficamente parlando) effetto Titanic e non sembra essere particolarmente attratto dall’ennesima meteora che minaccia la terra. O almeno così è sembrato alla prima sera di proiezione. Ma il botteghino è uno dei più grandi misteri dell’umanità, e chissà che in un paio di giorni non contraddica questa mia affermazione forse troppo azzardata…

Michael Bay, che con il thriller – azione The Rock ha dimostrato di essere un regista intelligente e dalle trovate per nulla banali, si cimenta in quello che sembra essere il genere principe degli anni Novanta: il cinema tragico, l’erede diretto del filone Airport, evolutosi grazie alle nuove tecnologie offerte dal computer. Parlare della trama e dell’interpretazione degli attori, in casi del genere, mi pare a dir poco ridicolo. E così mi limiterò a qualche idea, qualche pensiero venuto fuori nel buio della sala tra un’esplosione e una tenere frase d’amore.

Innanzitutto, tra un film d’autore e una rassegna sul cinema messicano degli anni venti, continuo a sostenere che non si può non divertirsi di fronte ad un film del genere: tutto finto, la storia non sta in piedi, il solito messaggio banale…tutto vero. Resta il fatto che per due ore ci si diverte come matti a vedere Bruce Willis nello spazio, l’America che affronta la fine del mondo, Parigi devastata da una meteorite, l’Empire State Building che si dissolve come se fosse di zucchero filato. Perchè, diciamo la verità, la faccenda è così finta che anche qual poco di vero e inquietante che potrebbe esserci si nasconde sotto esplosioni spettacolari e effetti speciali a iosa.

Altra idea: l’America è un grande paese. Anzi, Hollywood è un grande paese. Sì, perchè, checchè se ne dica a Venezia dove ormai per salvare il cinema italiano si incolperebbe anche la propria nonna di sabotare i film, non esiste altro posto al mondo in cui un qualsiasi Ben Affleck, dotato di talento indiscusso, riesce a passare in due anni da Clerks e In cerca di Amy ad Armageddon, attraverso un oscar alla sceneggiatura per Good Will Hunting. In Italia, uno che ha talento potrebbe sicuramente emergere, ma al massimo arriverebbe a fare l’assistente di Pieraccioni vincendo il David di Donatello e ricevendo il premio da Milly Carlucci. Scusate se insisto, ma non mi sembra la stessa cosa. E Ben Affleck non ha ancora venticinque anni. That’s Hollywood, come diceva Donald O’Connor…

Infine, finalmente, un’idea sul film in questione. Anzi, una domanda inquietante: forse Bruce Willis sta invecchiando? Eh, sì, perchè per la prima volta nella sua carriera muore. E non è poco. Ma soprattutto, cosa ben più grave, per tutta la durata del film non tocca una sigaretta…avvenimento che crea confusione e sconforto per tutti quelli che hanno iniziato a fumare dopo aver visto Die Hard – Trappola di cristallo…

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