APRILE
Non mi sfiora neanche per un attimo l’idea di recensire, o “criticare” l’ultimo film di Moretti che ho appena visto. Non ne sarei in grado e risulterei ridicolo.
Posso però raccontare alcune delle emozioni che mi ha suscitato, invitando ad andare a vedere questo suo ennesimo bel film. Molte le emozioni. Intanto il coinvolgimento nato dal veder raccontato il passato prossimo, quello che si sente ancora così vicino da lasciarci stupiti dal vederlo già narrato cinematograficamente. Si tratta di quello che è accaduto appena l’altro ieri nel mondo della politica e che oggi si sta concretizzando nelle scelte del nostro Bel Paese. Poi c’è l’esperienza della paternità. Con tutta l’ironia e l’affetto che Moretti è in grado di esprimere. E’ mi sono immedesimato in lui in più di una sequenza, nei suoi timori, nei suoi egoismi, nelle sue gioie. Viene quindi la consapevolezza della brevità della vita. In fondo tutti noi pensiamo di essere “eterni” e che in fondo ci rimane sempre tanto da vivere. Eppure, anche nelle migliori delle ipotesi, il tempo che rimane è veramente poco, perché molto è già stato speso. E questo porta all’ultimo tema: il disimpegno. E’ qui mi sono sentito additato. E’ vero. Presi da dalla percezione della brevità delle cose si finisce per scegliere per quelle cose “che piacciono”. Perchè sprecare il tempo diversamente. E così Moretti ci fa vedere il suo sogno nel cassetto, niente meno che un musical con coreografie di Gino Landi. E tutti sono felici… e l’Italia va a rotoli.