American Beauty
Dolorosa presa di coscienza della dissoluzione della famiglia, American Beauty, è la scomoda rappresentazione di una
umanità prostrata e dolente, approdata ormai da tempo al porto della finta sicurezza. È la tragica storia di una sconfitta
quotidiana,di un malessere divenuto ormai insopportabile, di una problematicità che non è più patrimonio genetico dei soli
adolescenti ma è consacrata all’altare della maturità. Nell’età adulta, in questa logica disperata, è tutto il crollo di
un’America e di un mondo spettacolare, ma solo apparente e vuoto… Nel colpo d’occhio del quarantenne Lester, che si
masturba nel letto pensando all’amica della figlia, discinta e coperta di petali rossi, vi è la rinuncia all’immagine del
genitore come modello e se il film è un insulto pesante ai valori tradizionali,è questa sfiducia che i figli ripongono nei
genitori che colpisce maggiormente, che azzera ogni possibilità di redenzione. La figlia Jane, giudica il padre incapace e
perdente, il padre vede!
nei suoi sogni(e gesti) erotici gli unici segnali di vita in un contesto piatto e scevro di emozioni. Ovviamente la
moglie Carolyn è autorizzata a cercare appagamento, a sfogare le proprie frustrazioni sessuali di donna repressa e lo farà
con un macho ricco e potente. È lei a rappresentare lo status simbol di una corruzione divenuta ormai perenne; ha
sacrificato una piccola parte di sé per ogni cosa, per ogni dettaglio: il giardino curato, il momento perfetto, la musica
e le candele a cena, una figlia modello e un marito distinto… Successo, apparenza, benessere: è la modernità il suo vero
compagno di vita.
Un mondo cupo e corrucciato, prigioniero dell’ipocrisia, due famiglie, due specchi opposti e fallimentari, un lucido
messaggio anche per chi, come genitore, è ancora convinto che la disciplina sia l’unico veleno che paghi contro proteste e
recriminazioni. E se il protagonista rappresenta il sogno di una crescita mancata, di una vita che non invecchia, il
marine sarà vittima, al contrario, del suo volto ingiallito e retrivo e nell’incontro con Lester(che crede amante del
figlio), cercherà di esorcizzare la sua latente omofobia, con un bacio peccaminoso che scatenerà la sua follia omicida,
una sorta di risarcimento per una sfida mancata(Lester non è omo e si rifiuta di baciarlo) che sconvolge il suo “codice” e
sancisce un’indiscutibile fallimento di padre e marito. In mezzo, come un’apparizione, l’oggetto del desiderio di Lester,
un’adolescente indisponente e boriosa, condannata dalla paura a recitare la parte di una meretrice attenta e sprovveduta,
per poi rivelarsi, solo una v!
erginella che vanta conquiste immaginarie. Figura apparentemente priva di spessore, Angela è in realtà l’emblema
dell’insicurezza, di un presente vissuto in funzione degli altri…Bionda, occhi azzurri, forme scolpite, è lo stereotipo
della bellezza americana, di una grazia apparente che la condanna ad una crescita stravolta e improvvisata. Nel momento
del pianto, della confessione di quello che non è, la sua attrazione scompare del tutto, ma nel rapporto che non viene
consumato, nella dolce comprensione di Lester, nella ripresa finale del sacchetto bianco che sventola al vento è possibile
scorgere un senso di appagamento, di liberazione indefinita. Un film cinico e velato d’ironia nel mostrare l’indifferenza
della società, ma anche uno sguardo diverso, una piccola speranza che irrompe nell’oggi, nell’attimo presente.
emiliano saverioni
susianum@tin.it