Vesna va veloce
… ma non troppo
Mazzacurati continua il suo viaggio nei paesi dell’est dopo il suo bel “Toro” spostandosi in Italia, e più precisamente nell’Adriatico di Rimini, mecca del godimento per tutti i gusti. La disperazione di Vesna la porta a scappare dal suo paese, la Repubblica Ceca, per prostituirsi in una Disneyland del sesso, tra straniere di tutti i colori.
La versione italiana e poetica di “Via da Las Vegas”?
Sicuramente no.
Ma comunque racconta del sogno segreto di tutti i clienti delle lucciole:
trovare quella di cui innamorarsi. Albanese non è una scoperta:
è un bravo attore che qui cerca di dimenticare la predisposizione ad interpretare il personaggio del buono (sindrome di Silvio Orlando). Il film si inserisce in quel filone dei “senza ottimismo” che rappresentano ormai il gruppo più numeroso tra le pellicole di fine millennio. Tereza Zajickova (Vesna) vive sulla sua pelle la vittoria del capitalismo sul suo ex padre comunismo, rimanendo sconfitta tragicamente. Non dimentichiamoci delle imprese gloriose della nazionale di calcio della Repubblica ceca agli europei di calcio, riscatto di una nazione in cerca di una nuova identità. Molto bella la scena finale, coerente con il titolo.