Le fate ignoranti
di F. Ozpetek
Speriamo davvero che in questo periodo di Muccino – mania Le fate ignoranti non passi completamente inosservato, perché è un film che merita davvero di essere visto. Racconta la storia di una donna che, rimasta recentemente vedova, scopre per caso che il marito aveva da anni una relazione omosessuale. Da qui si sviluppa un racconto complesso, che porta alla luce diversi personaggi ed intreccia tra loro rapporti ambigui, spesso conflittuali, che li segneranno profondamente a volte facendoli crescere, in altri casi sfiorandoli soltanto.
Quello che più colpisce del film è la capacità di Ozpetek di raccontare una storia non certo lineare con grande semplicità, quasi “di fretta”, spostandosi da un ambiente all’altro, senza mai soffermarsi su di una inquadratura più del dovuto. Ci sono ellissi, passaggi di scena – o addirittura all’interno della stessa scena – che sembrano a volte innaturali, ma si rivelano di una straordinaria efficacia. I movimenti di macchina ci sono e sono numerosi, ma non sono mai fatti per compiacersi di un bel movimento; sono lì per raccontare, e passano in secondo piano rispetto al loro vero obiettivo, che è quello di raccontare una sensazione, un sentimento.
Tutta la storia, che di fatto è una storia drammatica, è sempre sospesa fra tragedia e commedia, costellata di scene che sembrano “sospendere” il racconto principale attraverso momenti di grande ironia, che in qualche modo attenuano la tensione senza mai spezzarla del tutto, anzi in certi punti ottenendo l’effetto contrario – quello di potenziare le sensazioni che ci derivano dalla vicenda primaria.
Stefano Accorsi e Margherita Buy si dimostrano due degli attori più interessanti del nostro cinema, perché riescono a presentarci personaggi difficili non soltanto attraverso un’ottima recitazione dei dialoghi, ma soprattutto – e credo che sia la parte più difficile per un attore – perché i loro caratteri emergono con incredibile potenza dai volti nei numerosi primi piani, nelle scene in cui non c’è dialogo, in quelle in cui sono soli.