A BUG’S LIFE

di John Lasseter, Usa 1998
fotografia: Sharon Calahan
animatori: Glenn McQueen, Rich Quade
musica: Randy Newman
distribuzione: Buena Vista
durata: 95 min.

Jhon Lasseter, vicepresidente della Pixar dal 1995, anno in cui raggiunge il successo con Toy Story , torna al cinema dirigendo A bug’s life, ispirato alla serie televisiva Insektors (1992) e completamente realizzata al computer, coloratissimo e divertentissimo film-epopea paragonabile, come afferma lo stesso regista, alla complessità di Ben Hur. A bug’s life entra di diritto nelle produzioni da ricordare all’interno del genere, al pari di Babe maialino coraggioso, Godzilla, Un topolino sotto sfratto, Z la formica, Paulie-Il pappagallo che parlava troppo.

Come ogni estate le cavallette di Hopper arrivano all’isola delle formiche per riscuotere parte del loro racconto (una tangente vera e propria potremmo definirla). Ma la formica Flick ha rovinosamente e accidentalmente disperso le scorte. Le cavallette minacciano di ritornare in autunno per riscuotere ciò che è (secondo loro) loro dovuto. Flick allora, divorato dal senso di colpa, decide di partire alla ricerca di rinforzi per allontanare definitivamente le cavallette dall’isola delle pacifiche e laboriose formiche. Nella grande (quanto visivamente sbalorditiva) città Flick incontra e scambia la compagnia circense della pulce PT pulce per eroi e così propone loro di aiutarlo nel suo piano anti cavalletta prepotente.

La combriccola dapprima esita, una volta resasi davvero conto della situazione, poi il legame che progressivamente si instaura con le formiche si stringe, e i membri della compagnia PT pulce accettano di collaborare al piano di Flick. Al cadere della prima foglia le cavallette arrivano puntualmente a riscuotere, con l’intenzione anche di vendicarsi dell’affronto subito precedentemente. Flick spalleggiato dalla piccola Dot e con l’aiuto degli artisti e di tutta la colonia riesce però ad avere la megliosu Hopper nello spettacolare scontro finale…. Il metodo di lavoro segue un processo rigoroso che si è protratto per quattro anni. Ad una attenta lavorazione alla sceneggiatura sono seguiti i disegni (circa 27.500) e poi l’elaborazione al computer che ha portato, ad esempio, ad un effetto iperreralisticodell’illuminazione. A bug’s life è il tripudio della tecnica: immagini complesse riportate in Cinemascope, colore ad effetto e personaggi costantemente in ambienti in movimento, scene in cui ci sono 120 punti di luce con relative ombre e traiettorie, 1300 processori che hanno “mangiato” la bellezza di 4.300.000 dischetti. Ma quello che sorprende, ancora una volta, è la storia. I personaggi, tutti, subiscono un processo di trattamento molto attento, e siamo lontani dal film di animazione per ragazzi con la moralina. Certo, A Bug’s life è comunque un invito alla solidarietà, all’ uguaglianza e alla fraternità (principi da rivoluzione, insomma), ma quello che più colpisce è la completa assenza di ridondanza e di faciloneria. Il film procede nella sua serenità, scorre nella sua storia, con personaggi umani, buoni e cattivi allo stesso tempo, con le loro debolezze (tutti) ed i loro pregi (tutti), con momenti divertentissimi e anche di commozione (non quella facile ed immediata che immagineremmo), nelle sue scene epiche (il momento della battaglia), esilaranti (al circo) ed intime. Fino a farsi cinema nel cinema, alla fine, sui titoli di coda.

Cosimo Santoro

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