W Toj Stranje

di Lidija Bobrowa, Russia, 1997, 35 mm.
con Dmitri Klopov, Wladimir Bortchaninow, Alexander Starkheyev

La traduzione è In That Land, e proprio in “in quella terra” della lontana e nevosa Russia, tre uomini, a Vnutovo,
rappresentano la possibilità per la Bobrowa di narrarci tre aspetti fondamentali, tre tipologie tipiche del carattere russo.
Un film sugli uomini fatto da una donna. “Mi sembra folle che io, una donna, abbia dovuto fare un film come questo.
Non ci sono forse abbastanza uomini? O forse di uomini non ce ne sono proprio. Si fanno solo un sacco di chiacchiere,
ma di ciò che è essenziale non si parla mai”.
Un furfante, un caposquadra, un pastore. Intorno la vita di un villaggio che vive nella calma e delle sue piccole cose. Un villaggio di cui difendere le abitudini proprio con l’arrivo del furfante, un amore per corrispondenza mentre era in carcere (e dove si può trovare un uomo se non in carcere?), che causa il suo arrivo a Vnutovo, un uomo astuto, ma non il vero cattivo (se poi ce ne fosse uno o uno solo).
Almeno triplice la scelta tematica di questo film. Da una parte c’è il discorso del rifiuto e della chiusura di una
micro-società nei confronti di uno straniero, inoltre tacciato di un passato così grave. La diffidenza verso lo straniero, poi, è naturalmente strumentalizzata da chi al villaggio
nuoce per davvero e vede nell’arrivo di una persona in realtà intelligente una vera e propria minaccia. Qui alla diffidenza si mescola la slealtà, nelle intenzioni della Bobrowa la figura del capo-squadra che che cura gli aspetti finanziari del villaggio, in cui gode di tutti i privilegi possibili. In teoria un uomo dalla parte della comunità, in realtà un (il vero) furfante. La lettura qui è chiara. La denuncia della Bobrowa a tanta storia Russa, fatta di uomini dalla parte del popolo che tradiscono per i loro interessi privati. Dalla parte della gente c’è anche il povero contadino, ma con un ideale differente. Skuridin tenta di salvaguardare i piccoli valori che ruotano attorno alla propria
famiglia (alla cui difesa contribuisce anche la simpatica nonna…) che è la prima ad essere sconvolta da questo arrivo, visto che lo straniero entra proprio nella sua casa…Skuridin, poi, cambierà idea…
W Toj Stranje, è anche un film, un altro film, che si apre in questa rappresentazione della tirannide, dell’ingenuità e dell’intelligenza; è un film che parla d’amore, è la messa in scena di fantasie femminili che si scontrano con un’altra realtà attraverso tre generazioni: la figlia che cerca marito, la madre che ne ha uno (Skuridin), ma non ne è contenta, la nonna che non si addormente e che vuole sentire cosa succede nella stanza accanto, dove la giovane coppia consuma la sua
prima notte. In realtà un accusa agli uomini anche nel rapporto con le donne.
Merita e strappa più di un applauso.

Cosimo Santoro

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