THE INTERVIEW
di Craig Mohanan, Australia, 1998, 35 mm.
con Hugo Weaving, Tony Martin, Aaron Jeffrey, Micheal Caton
Un interrogatorio poliziesco, girato in Cinemascope, che richiama alla mente Preliminary Investigation (1931) di Siodmak, Garde a Vue (1983) di Claude Miller, Una Pura Formalità (1994) di Tornatore. Una stanza grigia, l’atmosfera Kafkiana che tiene all’oscuro la verità della vicenda agli occhi del pubblico, la ricerca di un serial killer che forse non è questo tenuto interminabilmente sottotorchio.
Un film rigoroso, che parte da una premessa semplice (l’interrogatorio di un innocente) e che diventa campo continuo di rivelazioni e rovesciamenti della prospettiva, in cui la macchina da presa stringe e assedia e costituisce l’unica chiave d’accesso per la verità.
Eddie Flaming è un uomo ordinario, senza lavoro, che ha perso la moglie e vive, quasi alla soglia della povertà, in un piccolo monolocale. La polizia irrompe una mattina e lo porta via. Stanno cercando l’autore del furto e di una falsificazione di documenti. Scopriamo poi, che si cerca un serial killer. L’ispettore Steele, aiutato dall’aggressivo Prior, tentano di mettere Flaming alle strette, finchè scopriamo che anche la polizia è a sua volta controllata (filmata) da un’altra unità di polizia. Le immagini della registrazione dell’interrogatorio costituiscono il vero momento di passaggio da un tipo di racconto lineare progressivo ad un racconto confuso in cui i punti di vista si moltiplicano. Il superiore Jackson sta cercando di incastrare l’ispettore Steele…
The interview è un film claustrofobico, in cui la componente musicale copre delle valenze significanti assolutamente indispensabili (l’autore delle musiche è David Hirschfelder, già premiato per Shine), in cui il montaggio costituisce, con i suoi numerosi flashback , l’elemento di conduzione del racconto più importante insieme ad efficaci movimenti di macchina che si schierano dalla parte della conoscenza. Una strapitosa interpretazione di Hugo Weaving (Fleming), considerato uno degli attori più significativi del cinema australiano (Priscilla e True Love and Chaos sono due dei film in cui ha recitato), che lascia sempre il pubblico all’oscuro dei suoi pensieri e anche quella di Tony Martin, già acclamato nella mini-serie Blue Murder, capace di trasformarsi da giusto investigatore alla ricerca del colpevole, a uomo sempre più fragile, debole, e pieno di paura perché “scoperto” dal suo superiore.
Il progressivo spostamento del punto di vista sulla vicenda (da Fleming accusato, alla coppia Steele-Prior sotto accusa) apre sulla corruzione della polizia e scompone la verità in una serie di probabili, possibili, verità. Restiamo incollati alla poltrona,fino all’ultimo minuto.