SUZIE WASHINGTON
Scritto e diretto da Florian Flicker, con Birgit Doll (Austria, 1998, 35mm, 112′)
Ancora temi sociali, ma fortunatamente per noi trattati in maniera meno conformista e patetica del solito. Florian Flicker, che si era già fatto notare al festival nel 1993 con Halbe Welt, racconta la storia di una insegnante che cerca di fuggire da una repubblica indipendente dell’ex unione sovietica, ma il suo tentativo di raggiungere gli Stati Uniti finisce a Vienna, dove viene scoperto il suo visto falso. Da questa premessa Flicker sviluppa una sorta di strano road – movie ambientato sulle splendide montagne austriache, quasi al confine con la Germania, con atmosfere quasi da thriller, ma al contempo con le tematiche forti che inevitabilmente una storia del genere contiene. Dunque un film che apparentemente funziona bene, ben girato e ben interpretato dalla convincente Birgit Doll. Il problema, ancora una volta, è che di temi sociali in questi ultimi tempi ce ne sono troppi. In questo festival, come d’altronde in buona parte dei cinema, si ha la strana sensazione che esista una fabbrica di film fatti e inscatolati per trattare sempre lo stesso tema, spesso anche nello stesso identico modo. Suzie Washington, quantomeno, lo fa con una struttura e con delle idee leggermente diverse dal solito, e per questo mi sembra superiore ai suoi tanti – troppi – cugini.
La tendenza ad un cinema di denuncia però, non sembra avere grande successo: forse perchè ne abbiamo visto troppo, o forse perchè, in fin dei conti, si tratta di un cinema troppo povero di idee per poter raggiungere i propri scopi, peraltro nobilissimi. Forse non sarebbe male, ogni tanto, cercare di fare qualcosa di un pò diverso…