O VIAJANTE
di Paulo César Saraceni
Brasile 1998
con Marilia Pera, Jairo Matos, Nelson Dantas
Anni Cinquanta, un piccolo centro perso tra le montagne del Minas Gerais.
La vita di quattro personaggi viene sconvolta dall’arrivo di un commesso
viaggiatore. Due donne se ne innamorano perdutamente; una uccide il proprio
figlio per lui e l’altra si sacrifica per il suo amore. Intrighi passione e
vendetta si mischiano così alla tranquilla vita di paese.
Film lucido e asciutto che non rinuncia ai colori e alle “invenzioni”
patrimonio del cinema novo O Viajante è sopratutto il ritratto di una donna matura ma sola (che ricorda la Isabel Ruth di O rio do ouro di Rocha) e di una molto più giovane e infinitamente ingenua, perfettamente messi in
scena, perfettamente interpretati.
E’ un film sulla morale e le contraddizioni e sull’amore cieco e senza imposizioni che può prendere tutti nonostante le abissali diferenze sociali e di età.
E’ anche un film che lancia un messaggio di soliderietà, un “comuinismo” come risposta all’egoismo personale e ai mali del mondo. Nella sequenza finale ci sono i fuochi d’artificio, tutti i membri della piccola comunità si abbracciano, volano dei palloncini rossi, gli stessi che prima erano il sangue versato di Sinhà. Gli stessi che ora sono la purezza.
Cosimo Santoro