LE FATE IGNORANTI

Una donna (Margherita Buy) deve affrontare il dolore legato alla scomparsa del marito, morto investito da un’automobile. Casualmente scopre una dedica scritta dietro un quadro di Magritte (il cui titolo è appunto Le fate ignoranti), dedica indirizzata proprio al marito, in cui si fa cenno a una storia d’amore che va avanti ormai da sette anni. Capisce allora che l’uomo le ha sempre nascosto di avere un’amante e, mettendosi alla ricerca della donna, scoprirà, con comprensibile stupore, che l’amante in questione è in realtà un gay (Stefano Accorsi) che vive circondato da una variegata galleria di amici più o meno bizzarri, una vera e propria famiglia allargata, di cui anche la donna ben presto entrerà a far parte.
C’è qualcosa che non funziona nel terzo film di Ozpetek. Non che sia malfatto, ma non riesce a suscitare vere emozioni nello spettatore, e comunica l’impressione di un’opera irrisolta, come se lo stesso regista (che peraltro conferma l’eleganza della messa in scena già dimostrata nei precedenti lungometraggi) non sapesse bene dove andare a parare con la storia che sta raccontando. Accorsi e la Buy sono molto bravi, ma è l’elogio della famiglia “diversa” a risultare leggermente forzato e molti personaggi (il ragazzo del profondo sud che ha cambiato sesso e non sa come presentarsi ai suoi familiari, la napoletana passionale e sboccata che non ha fortuna con gli uomini) non riescono a vivere di vita propria e ad allontanarsi dallo stereotipo. Stupisce poi che un regista omosessuale cada nell’errore di dipingere i gay in modo troppo spesso macchiettistico, facendoli recitare con delle mossette degne più del Vizietto che di una pellicola che si vorrebbe seria e impegnata. Un’occasione parzialmente sprecata.

Potrebbero interessarti anche...