Hight art

Lisa Cholodenko

USA, 1998

Da alcuni anni la riflessione del movimento gay mondiale ha fatto si che apparissero molti film dove non si raccontano romantiche storie rosa o sogni giovanili strappalacrime, piuttosto si riassume il triste ed il marcio della società e della vita, mentre l’omosessualità fa da contorno. Spesso questo contorno di cartellone serve solo ad attirare pubblico, ma non è il caso di Hight art.

Alla sua prima regia la Cholodenko ha vinto praticamente tutti i festival gaylesbici nei quali si è presentata con questo film.

Il film è un insieme coinvolgente di sentimenti e di sensibilità femminile che si basa soprattutto sulla costruzione di ambienti attraverso l’uso dei colori, rosso nella casa di Lucy, dove le emozioni si rincorrono, colori freddi invece a casa di Syd, luce intensa sul posto di lavoro, con effetto falso-rilassato. Le riprese riescono a mettere in risalto continuamente i corpi degli attori, con un effetto di visione completa dei pensieri, e di svisceramento delle anime.

Torna in ballo il tema dell’artista maledetta che libera la protagonista dalla noia del quotidiano, restituendole se stessa ed una nuova coscienza di se. Il finale scioccante lascia infine Syd da sola, in una nuova vita sconosciuta, accompagnata solo da ciò che ha vissuto. La decostruzione totale della sua vita precedente marcata dal suo lesbismo appena scoperto viene affrontata come l’atto naturale della sua crescita interiore, senza mai alcun rimpianto. Il dolore del finale non rappresenta comunque una cattolica redenzione dal peccato, ma una conseguenza di atti a lei completamente estranei che segnandola la portano su un piano diverso rispetto alla società che la circonda.

Syd ha un lavoro da sogno in una rivista fotografica dove viene trattata come un’aiutante. Una perdita sul soffitto del suo appartamento la porta al piano di sopra, dove vive Lucy Berliner, affascinante fotografa. Syd si perde nel mondo di Lucy, fra droga, gelosie lesbiche e litigate con il fidanzato. Convinta di poter far ritornare Lucy alla popolarità che ha perso, la convince a pubblicare sulla rivista per cui lavora. Ma Lucy è troppo presa dal circolo vizioso dei suoi amici che utilizzano la sua casa per farsi di coca, dai falsi suicidi della sua amante Greta, e da Syd stessa. Per riuscire a fare quelle foto Lucy chiede a Syd di accompagnarla in un week end in campagna. In quei due giorni le due si conoscono, litigano, fanno del sesso. In quei due giorni Lucy scatta delle foto molto esplicite di loro due. E saranno quelle stesse foto ad essere pubblicate.

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