A CARTA

di Manoel de Oliveira
Portogallo/Francia/Spagna 1999
con Chiara Mastroianni, Pedro Abrunhosa, Antoine Chappey

Liberamente tratto da La princesse de Clèves, l’ennesimo capolavoro di de
Oliveira, regista ultraottantenne ma dallo spirito tremendamente giovane,
premiato a Cannes con il premio speciale della giuria.
Ancora una volta un’opera sull’amore contrastato e sulla rinuncia, sul
dolore e sulla morte come ostacoli alla felicità, sulla ricerca di valori
assoluti oltre l’effimero dei beni terreni. Ancora una volta un convento
che dispensa serenità e forza nelle parole della migliore amica della
signora de Clèves che, privata della vita di sua madre e di suo marito, un
unomo mai amato ma che l’ha amata moltissimo, abbandonerà il desiderio di
una relazione forse fugace con il tombeur des femmes, nonché nota rock-star
Pedro Abrunhosa per dedicarsi alle missioni in Africa.
In A carta il corpo (gli sguardi, il movimento) e la parola (le
conversazioni, la dialettica) sono parte fondamentale di una messa in scena
dalle forti connotazioni teatrali in un complesso dramma dai forti
contrasti trasposto nella società contemporanea, in cui si può vivere e
anche morire per amore (l’amor di perdizione) e si può ancora fuggire dal
contingente per ritrovare la purezza dei propri sentimenti.

Cosimo Santoro

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