TWIN TOWN

Danny Boyle dimostra di non essere produttore valido quanto lo è stato da regista.

Se Trainspotting forniva una visione particolare e, se vogliamo, innovativa della realtà e di un ambiente non certo comune, questo Twin Town non è altro che una pagliacciata sulla falasriga del suo fortunato predecessore. Kevin Allen bada un po’ troppo a mantenersi nel filone Trainspotting senza riuscirci e tirando fuori un minestrone che si rivela noioso, per nulla nuovo e narrativamente squallido. Soltanto un pazzo potrebbe pensare di spendere del denaro per produrre una sceneggiatura simile, una via di mezzo tra una commedia, un dramma a sfondo sociale e un film reportage sulla corruzione in provincia. In un paesino del Galles in cui tutti, tranne il cane, tirano coca, gli unici “buoni” sono due fratelli che passano il tempo a farsi canne e a rubare auto di valore seminando il panico in centro e poi abbandonandole. Tutti sanno che sono loro a rubare e a compiere atti vandalici di ogni genere, ma naturalmente nessuno fa nulla, nemmeno i poliziotti (peraltro risulterebbe difficile per loro fare una cosa simile, dal momento che spacciano droga e sono a loro volta cocainomani all’ultimo stadio). La vicenda si svolge come una specie di telefilm degli anni Ottanta malriuscito, con colpi di scena che non stupiscono nessuno, immagini che vorrebbero essere forti ma che non lo sono perché di cose turpi ne abbiamo già viste l’anno scorso.

I ragazzi arrivano da Trainspotting, i poliziotti sembrano una fotocopia sbiadita di Vincent e Jules di Pulp fiction, il cattivo è Un Asso Rotenstein più povero e molto, molto meno intelligente.

I protagonisti, ovvero i due gemelli, sono una specie di parodia-doppio-spudorata imitazione di un improbabile Arancia Meccanica; a far loro da contorno, un gruppone di dilettanti che fanno di David Hasseloff un interprete da Oscar.

Il problema, forse, è che i produttori pensano di avere a che fare con un pubblico di imbecilli. Trainspotting è andato bene al botteghino e allora fanno una cosa simile. Grazie a Dio, però, ci resta ancora la capacità di capire che tra Trainspotting e Twin Town c’è un bel salto di qualità.

In peggio, ovviamente.

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