Kissed

In Kissed l’autrice non osa.

Non va fino i fondo.

E’ un film dove non si avverte lo strazio, il desiderio, l’amore, il dolore, la colpa.

La perversione sembra non esistere nel suo disagio, nella sua angoscia, nel suo male.

Non dice nulla di nuovo sulla necrofilia: in questo senso non va in profondità.

Più che un sulla necrofilia sembra un film che racconta la spazialità della gelosia.

Insomma direi che l’aspetto più intrigante sia proprio questo.

Il personaggio maschile non si uccide per amare ma per un sentimento che lo devasta, la sua incapacità di capire, la sua ignoranza.

La gelosia è la paura di perdere la persona che si ritiene di amare. Lui non ama la persona, ama la conoscenza.

E’ un uomo intelligente, curioso, sensibile che si trova ad essere privato di un sapere che invece potrebbe facilmente possedere.

La sua gelosia è scatenata dalla perdita della comprensione.

Dunque per l’ennesima volta mi ritrovo a non capire dove sta lo scandalo in un film che invece ritengo intriso di pudore.

Dovrei forse uccidermi? Forse si, ma con la speranza che qualche necrofilo decida di amarmi anche dopo la morte.

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