J’ai six ans et je suis tibètan

Di Marie Louville
Francia, 1999
Video, 45’, colore

“In quel momento non ci rendevamo conto che stavamo rischiando la vita”. Il pubblico si addentra nel Tibet guidato dalla voce narrante. Il pubblico segue l’avventura cinematografica delle realtà del Tibet, della continua fuga dalle autorità, del clima, dei cinesi.
Le riprese mostrano viaggi in strade immerse in deserti di neve, volti acuti di bambini costretti ad imparare il cinese e a dimenticare la cultura nella quale sono nati. Le immagini ci mostrano la casa della famiglia del giovane Panchem Lama, rapito nel maggio del 1995.
Viene ricostruita la storia della manipolazione che le autorità cinesi stanno operando, inventandosi anche un Panchem Lama fantoccio, per spezzare i legami fra la comunità in esilio ed i tibetani del Tibet.
Ma ad ogni sosta i tibetani porgono alla troupe la stessa domanda: “Non avreste una foto del Dalai Lama?”
Sul pubblico si riversa lo sguardo “sbilanciato” di questo popolo che viene ogni giorno cancellato dalle pagine della storia, di questo popolo che resiste, ma lo può fare solo a sguardo basso, e sottovoce.

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