I vesuviani

(“La stirpe di Iana” di P.Corsicato, “Sofialorén” di Antonio Capuano, “Maruzzella” di Antonietta De Lillo, “Il diavolo nella bottiglia” di Stefano Incerti, “La salita” di M.Martone)

Un film a episodi di diversa caratura dove la forma di Napoli/favola appare l’unico filo conduttore.
Il lavoro di P.Corsicato ha un grosso debito col cinema americano(Russ Meyer e Gus van Sant su tutti) ma anche con le figure tipiche del melodramma partenopeo tradizionale (il camorrista, la famiglia, il tradimento).
Una piacevole fusione tra cinema USA indipendente con la realtà specifica napoletana.
La trama non ha un rilievo particolare ma serve come pretesto per mettere in scena con sottile ironia l’abc del cinema di molti generi, come le arti marziali delle protagoniste che sbeffegiano il tanto amato Bruce Lee o il dolly finale usato e abusato in migliaia di pellicole.
Il sindaco Bassolino cammina sui fianchi scoscesi del Vesuvio cercando disperatamente un consenso sulle sue iniziative.
Non è una critica personale; piuttosto una riflessione su come la politica attuale priva di ideologia possa rispondere alle esigenze delle persone e soprattutto dei più deboli senza una bussola come l’ideologia.
In Sofialorén troviamo un Totò dei nostri tempi, un polipo/principessa ed altri personaggi che vivono in una zona di Napoli lontana dai problemi della città.
Maruzzella è una buona prova di recitazione con una storia davvero debole.
Il diavolo della bottiglia è forse il peggiore: la storia è insipida, la regia convenzionale.

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