Big night

Stanley Tucci esordisce con un film del filone italoamericano della sottosezione culinaria.

Messa da parte la mafia, tutta l’attenzione è rivolta verso una cena cacciaguai che dovrebbe riempire le casse del ristorante gestito dai due fratelli protagonisti del film.

Non tutto filerà liscio e la testardaggine del cuoco poeta intenzionato ad istruire i palati americani volgarmente abituati mal si adatta alle dure leggi della concorrenza.

“Mangiare, bere, uomo, donna” del taiwanese Ang Lee mi torna in mente per la simile visione del cibo come arte, come espressione di zone inconfessabili dell’animo umano.

In alcune scene non accade nulla e si assiste a dei vuoti della sceneggiatura davvero noiosi.

Resta comunque un bel film, con una grande scena finale muta dove parlano soltanto le pentole e i fornelli.

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