ALMOST FAMOUS

REGIA: Cameron Crowne
ATTORI : Patrick Fugit, Frances Mc Dormand; Kate Hudson

Premettendo che il film è un abbondante fiume di giovanilismi e aforismi da
diario adolescenziale, una cosa mi ha lasciato ancora più stupito
negativamente, ovvero il fatto che il regista non dia un’impronta sua al
film, seppur geniale (sempre che sia una dote) nel far cullare il
personaggio principe dalla platea intera.
La storia è divisa in 3 atti:

1 atto-Un ragazzo con un grande talento come giornalista musicale viene
ingaggiato da un piccolo editore underground per un pezzo sui Black Sabbath ma lo aiuterà nel suo lungo cammino dell’arte.
Al concerto dei Sabbath, conosce il gruppo spalla , gli STILLWATER astro
nascente del rock made in USA.

2atto-Il direttore di Rolling Stone (nota rivista musicale) all’oscuro della
reale età del quindicenne- giornalista, lo assume per un “9 cartelle” proprio sugli STILLWATER, ma dovrà seguirli nel loro tour, e questo lo metterà di fronte ad una madre in peno gap generazionale , terrorizzata dal commettere lo stesso errore che le fece allontanare l’atra figlia.

3atto-Seguendo gli Stillwater, comprende sulla propria pelle che il mondo della musica è costituito da figure di mezza tacca, convinti che sopra ad
un palco si diventi immune da ogni legge sociale.
Girando con il gruppo conosce Penny Lane (Kate Hudson) una groupie innamorata, che finirà la sua esperienza con il mondano in una vasca di un grand hotel a vomitare dopo un overdose di barbiturici .

Insoddisfatto , alla fine del film , cercavo di reprimere l’unico interrogativo che scaturisce da questo film: la magia musicale è rappresentata dalla canzone, o dallo stato d’animo in cui si è presenti quel momento magico?
Inutile cercare una risposta, o si è esteti della musica ed allora si può
amare solo ciò che è innovativo, rivoluzionario magari a volte lasciando da
parte i sentimenti, o si è persone emozionalmente coinvolti dai più grandi
ai più piccoli turbamenti dell’esistenza e si amano anche i vari 883-lunapop, o si può addirittura mediare ed essere artisti noi stessi rappresentando con ciò l’emozione di vivere al di fuori di orari , programmi prestabiliti dalla concorrenza burocratica-darwiniana ed essere contenti di un po’ di coda in autostrada per ascoltare ancora una volta PEACE OF MY HEART .

di Gallo Matteo

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