SPY KIDS

Due spie in pensione (Banderas e Cugino), imborghesiti e con prole, vengono richiamati in missione per salvare il mondo da un pirotecnico malvagio, deciso a invadere il mondo con gli “Spy Kids” del titolo, vale a dire dei bambini robot dalla inusitata capacità distruttrice. Ma le due spie, ormai un po’ arrugginite da tanta inattività, vengono catturate immediatamente dai temibili nemici e a salvarli provvederanno allora gli scatenati figli della coppia.
Sorvolando sull’ovvia idiozia della trama, il film di Rodriguez si guarda comunque con simpatia. Lontano dalle sue celebri e celebrate sparatorie e dai vampiri che affollavano il delirante From Dusk Till Dawn, il regista si conferma ottimo montatore e imprime al film un ritmo vertiginoso. Pur lavorando evidentemente su commissione (il suo film precedente, The Faculty, nonostante fosse un horror molto interessante, si era rivelato un flop), Rodriguez non rinuncia alla sua factory e gira con gli abituali collaboratori (Guillermo Navarro alla fotografia, il trio Kurtzman-Nicotero-Berger agli effetti speciali, più le abituali comparsate dei suoi attori dalle facce patibolari, Cheech Marin e Danny Trejo), ottenendo un risultato gradevole, con trovate visive e scenografiche che spesso fanno la gioia degli occhi (evidenti i rimandi a Gaudì) anche se non del cuore. Ovviamente la creatività dell’autore risulta ingabbiata dal rispetto delle regole dei film per bambini: mancanza di turpiloquio ed elogio della famiglia sono d’obbligo ma, se non si hanno troppe pretese, ci si può anche divertire. George Clooney appare alla fine del film in un breve cameo.

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